L’assegno circolare è un titolo di credito che viene rilasciato dalla banca e contiene una promessa della banca stessa di pagare una somma ad un soggetto (es. “Banca Alfa pagherà a vista per questo assegno circolare”).
Nella pratica, tra privati, accade spesso di accordarsi per la vendita di un bene di valore rilevante (ad esempio un veicolo o un immobile) con pagamento del prezzo a mezzo di assegno circolare.
Il circolare è certamente lo strumento che garantisce la maggior sicurezza, poiché il pagamento è sempre a buon fine essendo garantito dalla banca, quindi, in linea teorica, a differenza dell’assegno bancario (quello che viene consegnato in carnet da compilare) non può essere scoperto.
Gli assegni, però, possono essere falsi, al pari delle banconote, con la differenza che cadendo nel tranello della banconota falsa possiamo rimetterci dai 5 ai 500 euro a biglietto, mentre una compravendita con un assegno circolare falso può procurarci un danno ingente, pari al valore incartolato nel titolo, anche oltre le centinaia di migliaia di euro.
Per esperienza posso dire che il titolo falso può essere stato realizzato in due modi: stampato ex novo oppure mediante modifica di un assegno bancario. Ad esempio mi è capitato di trovare la parola “CIRCOLARE” aggiunta in coda a “A VISTA PAGATE PER QUESTO ASSEGNO”, che è una dicitura tipica dell’assegno bancario. Ad onor del vero va detto che oggi la gran parte degli assegni riportano una stringa unica che rende difficoltosa la contraffazione poiché recita “A VISTA PAGATE PER QUESTO ASSEGNO BANCARIO NON TRASFERIBILE”, .
Ad un occhio non esperto è abbastanza complicato riconoscere entrambi e, in particolare, l’assegno bancario modificato può indurre in errore tutti coloro che non hanno dimestichezza con gli assegni poiché viene realizzato su una carta rilasciata dalla banca, con il logo, scritte, fori e segni di punzone originali.
Orbene, qualora avvenga lo scambio tra il nostro bene e l’assegno falso, il malcapitato venditore avrà perso bene venduto e denaro, in particolar modo se si tratta di un bene mobile o di un veicolo.
Esiste, però, un modo per limitare questo rischio. In particolare, se stiamo per ricevere un assegno possiamo compiere accertamenti sulla sua autenticità.
Vediamo come.
Nell’ambito della trattativa di compravendita dobbiamo innanzitutto esigere che l’acquirente si procuri l’assegno circolare con qualche giorno di anticipo e ce ne faccia invio di una copia. In alternativa, qualora non voglia far ciò, dobbiamo pretendere che ci trasmetta tutti i dati dell’assegno: banca emittente, numero di assegno, importo e nome del beneficiario.
A questo punto dobbiamo procurarci il recapito della banca emittente (non la nostra ma quella che ha rilasciato l’assegno) e contattarla.
Alla banca dobbiamo chiedere una certificazione del “bene emissione” dell’assegno circolare, ossia una dichiarazione in ordine all’avvenuta emissione del titolo.
Per garantirci una miglior tutela dobbiamo recarci fisicamente presso la banca emittente e non limitarci ad un colloquio telefonico o via mail, questo perché un’organizzazione criminale può essere in grado di deviare le comunicazioni telefoniche e telematiche facendoci credere di aver avuto una comunicazione con un impiegato.
Una volta ricevuto l’assegno circolare dobbiamo accertarci che i dati sul titolo siano quelli che il venditore aveva comunicato per telefono e che la banca ha verificato. Se i dati corrispondono possiamo consegnare il bene.
Dopo aver seguito questa procedura non possiamo ancora dirci certi di ricevere l’assegno autentico poiché il titolo originale potrebbe essere stato replicato con gli stessi elementi identificativi. Ma con questa procedura, che viene anche chiamata “benemesso” bancario, possiamo dire di aver fatto quanto possibile per scongiurare i rischi di essere raggirati.
Per le operazioni di valore è comunque buona norma farsi accompagnare da un avvocato o da una persona che ha dimestichezza con i titoli di credito.
Avv. Marco Giudici